Atletico Bilbao, storia di un popolo: la filosofia nella regione basca - Footballnews24.it

2022-08-06 14:05:46 By : Mr. Benson Chen

La Spagna calcistica è un territorio pieno di storia che grazie ai propri successi ha reso il mondo del pallone un luogo pieno di passione. Il campionato spagnolo, meglio chiamato laLiga, contiene al suo interno svariate squadre con un palmarès davvero invidiabile. Due dei club più importanti come Barcellona e Real Madrid infatti continuano a darsi battaglia nel campionato locale per dimostrare una volta per tutte la propria superiorità. Oltre ai due top team, ci sono altre squadre che si sono contraddistinte con la propria storia, una fra queste è l’Atletico Bilbao.

Ne laLiga, poche squadre vantano il record di non essere mai state retrocesse dalla massima serie e una fra queste è proprio il club di Bilbao. I leones infatti sono stati oggetti di svariati articoli da parte di giornali durante gli anni ’60, con una filosofia fortemente identitaria che parla da sé, semplicemente sintetizzata con: “Un popolo, una nazione, una squadra”.

La fondazione dell’Atletico Bilbao risale al 1898 rendendolo uno dei club più longevi di tutta la Spagna. Il nome del club però non è stato lo stesso per tutto questo tempo, in passato la squadra spagnola prendeva il nome di Atlethic Bilbao. La chiara somiglianza inglese dimostra dunque le numerose sfaccettature che portano alle origini dei lehoiak. Alla fine del 1900 nel porto di Bilbao sbarcarono molte navi dal Regno Unito cariche di materie prime necessarie all’industria biscaglina. Insieme alle materie prime, anche i tecnici e i lavoratori inglesi arrivarono nella regione basca, creando così un vero e proprio scambio culturale.

Durante questo storico scambio fra culture e tradizioni, gli inglesi fecero in modo di importare anche il calcio in Biscaglia. Gli anglosassoni infatti sono i creatori del gioco del pallone, e riuscirono in poco tempo a farsi strada fra le discipline basche. Non a caso la prima partita di calcio in terra spagnola fu disputata a Bilbao, con gli inglesi che si imposero con un netto 6-0 ai danni degli allievi baschi. La sonora sconfitta creò scalpore fra i popolani locali, a tal punto da creare una vera e propria squadra con il nome proprio di Athletic bilbao.

L’Inghilterra oltre alle origini storiche di nome e squadra, si lega anche alle maglie da gioco dell’Atletico Bilbao. A primo impatto le uniformi da gioco possono essere collegate agli storici colori del comune di Bilbao, ma le origini del club dimostrano il contrario. Le maglie da gara infatti furono acquistate dall’Inghilterra, a seguito di un problema pratico di approvvigionamento. La prima divisa era infatti a scacchi bianchi e blu, come quella del Blackburn. I bilbaini scelsero quei colori perché erano gli stessi della Provincia della Biscaglia.

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Juan Elorduy fu la causa del cambio cromatico, l’allora dirigente del club ebbe il compito di comprare delle divise da gioco per il neo-nato Atlethic Bilbao. Recatosi in Inghilterra Elorduy non riuscì a trovare il numero necessario di maglie biancoblù. Per non tornare a mani vuote, il dirigente basco comprò un set di maglie della squadra locale del Southampton, con colori molto simili a quelli del Comune di Bilbao.

Il cambio di colore portò molta fortuna ai rojiblancos, che nel 1910 vinsero la coppa di Spagna ai danni della Real Sociedad. Grazie al successo in patria, i dirigenti dell’Atlethic Bilbao decisero di tenere la maglia facendone una questione di scaramanzia, contribuendo così alla nascita della filosofia dell’Atlethic.

In virtù del successo dell’attuale Copa del Rey, nel 1910, L’Atlethic Bilbao iniziò la vera e propria ascesa nel calcio spagnolo. I baschi parteciparono alle edizioni dell’anno successivo da campioni in carica, ma furono vittime degli scandali di Barcellona e Real Sociedad. I due club furono infatti oggetto di polemica per aver schierato dei calciatori inglesi non tesserati regolarmente. A causa delle svariate diatribe, entrambe le squadre si coalizzarono contro l’Atlethic Bilbao, visti i numerosi giocatori di origini inglesi presenti in rosa. Nonostante le mille turbolenze i zurigorriak riuscirono a vincere il torneo una seconda volta, compiendo un ulteriore passo verso l’autarchia.

Negli anni successivi, il club di Bilbao riuscì a diventare una delle squadre più importanti della nazione, anni culminati dall’inaugurazione dello storico San Mames nel 1913. I molteplici successi fecero in modo da portare i baschi ad una svolta epocale: il tesseramento di soli giocatori legati al territorio basco. L’autarchia si radicalizza una volta per tutte nel 1939 a seguito della dittatura franchista. Il nuovo governo spagnolo, dopo la sua elezione costrinse la squadra basca a nazionalizzare il proprio nome in Atletico Bilbao, oltre ad annientare cultura e tradizioni del popolo bisaglino.

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Per far fronte alle numerose ingiustizie, l’Atlethic e la Real Sociedad si uniscono nella medesima filosofia: costruire una squadra di soli giocatori nati nel Paese basco. La presa di posizione dei due club prende il nome di Euskal Herria, con lo scopo di opporsi alle corazzate del LaLiga e di tenere vivo il sentimento identitario di un popolo.

Posteriormente agli eventi storici, l’Atletico Bilbao consente l’entrata in squadra solo ai giocatori di origini basca. A differenza dei Rojiblancos, i cugini della Real Sociedad interrompono questa politica nel 1989, con l’acquisto dell’irlandese John Alridge che diventa il primo giocatore straniero dal 1939 del club. Dall’altro lato la squadra di Bilbao continua ancora oggi con la filosofia dell’Euskal Herria, con qualche cambiamento durante gli anni. A differenza del passato, i leones hanno reso meno rigida la propria idea, permettendosi di acquistare giocatori con sole origini locali, quindi senza l’obbligo di nascere all’interno della regione. Uno dei casi maggiori è stato quello di Aymeric Laporte, attuale difensore del Manchester City, che ha vestito la maglia biancorossa per 6 anni.

Il giocatore franco-spagnolo, pur essendo nato in Francia ha avuto la possibilità di giocare con i zurigorriak  grazie ad un’osservatore del club che lo ha portato in Bisaglia all’età di undici anni. Un altro caso famoso è quello dei fratelli Williams, entrambi tutt’ora tesserati con il club. I due sono nati a Bilbao da madre liberiana e padre ghanese permettendogli di fatto l’entrata in squadra. Sono molti i calciatori che hanno militato nell’Atletico Bilbao nonostante le proprie origini, ogni caso simile agli stessi ha di fatto rafforzato il legame con l’Euskal Herria.

Ai leones non mancano di certo delle leggende del club, baschi puri come Aritz Aduriz che ha fatto la storia del club. Il bomber basco ha totalizzato 136 gol in 406 partite con la maglia biancorossa, rendendolo un mito per i tifosi bilbaini. Oggi i risultati della politica ultracentenaria dell’Athletic sono sotto gli occhi di tutti. La squadra di Bilbao è attualmente il quarto club di Spagna per numero di tifosi e il terzo per fatturato dalla vendita del proprio materiale. I numerosi risultati danno il chiaro segno che l’utopia del club di immolarsi alla propria filosofia abbia ripagato eccome.

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