I pionieri “eco-runner” del plogging

2022-10-14 20:57:24 By : Mr. Jacob Liu

Da una piccola comunità sciistica nel Nord della Svezia a Varese: anche all’ombra delle Prealpi inizia a farsi strada la disciplina della corsa abbinata alla raccolta dei rifiuti abbandonati su sentieri e percorsi. Un vero e proprio sport, con tanto di campionati mondiali, che fa bene al fisico, alla mente e anche all’ambiente. Le iniziative di Africa&Sport di Azzate

Si chiama plogging ed è lo sport che fa bene al fisico, alla mente e anche all’ambiente. Il termine è una “parola macedonia” e deriva dalla fusione del verbo svedese “plocka upp”, che significa “raccogliere” e dall’inglese “jogging”. Si pratica correndo e raccogliendo quanto altri hanno buttato via, ovvero i rifiuti. Il pioniere di questa disciplina si chiama Erik Ahlström, che arrivando a Stoccolma dalla sua piccola comunità sciistica nel Nord della Svezia, ha notato la quantità di rifiuti in giro per la città e così ha deciso di impegnarsi personalmente a ripulire le zone dove praticava il suo sport. Un gesto semplice, diventato contagioso, visto che il plogging si è prima diffuso in tutta la Svezia e oggi, grazie ai social media, è diventato un fenomeno che coinvolge tantissime persone in tutto il mondo. Semplice da praticare. I plogger, infatti, sono dotati, oltre che di abbigliamento sportivo, anche di guanti, sacchetto portarifiuti e, in alcuni casi, di un bastone con le pinze all’estremità.

In Italia il plogging è ancora agli albori sia come movimento sia in termini di praticanti, ma anche in provincia di Varese ha “piantato” i primi germogli. Ad introdurre questa disciplina nelle competizioni sportive del Varesotto per primi sono stati gli azzatesi dell’Africa&Sport (A&S). “Abbiamo conosciuto il plogging tramite ‘Mare vivo’, un’associazione che si occupa di tematiche ambientali – spiega il Presidente di A&S, Marco Rampi –. Noi durante l’anno organizziamo due eventi che abbinano sport e impegno sociale, ovvero ‘Corri con Samia’ e il ‘Giro del Lago di Varese’. Abbiamo pensato che il plogging ben si conciliava con i nostri valori, ma anche con la promozione del nostro territorio. E così abbiamo deciso di sperimentarlo”.

La prima edizione è stata per veri pionieri: alla partenza gli “eco-corridori” erano tre, ma sono raddoppiati al secondo evento e cresciuti nel tempo. “Tanto che le ultime edizioni delle nostre gare sono state considerate come prove valide per la qualificazione ai Mondiali di plogging”, dice Rampi. Perché il gesto etico di raccogliere i rifiuti è fondamentale per chi pratica questa disciplina, ma quando si è in gara non può non esserci la competizione. I rifiuti, infatti, si “contano” e si “pesano” e il punteggio ottenuto è dato da un mix tra quanto raccolto e la distanza percorsa. Dopo la prima edizione del 2021, svolta in Piemonte, il World Plogging Championship torna dal 30 settembre al 2 ottobre 2022 a Villar Perosa in provincia di Torino. Lì si svolgerà questa originale gara podistica che riunisce atleti professionisti e runner amatoriali accomunati dal desiderio di unire lo sport e l’attenzione alla sostenibilità. Ma a destare sorpresa sono i numeri della prima edizione: i plogger hanno raccolto complessivamente 795 chili di rifiuti, percorso oltre 1.780 chilometri di sentieri e con una media di quasi mezzo chilo di rifiuti ogni chilometro. La stima di scarti raccolti è di circa 15 chili a partecipante. 

“Siamo soddisfatti di essere i pionieri di questa disciplina nella nostra provincia – continua Marco Rampi – ma resto convinto che il grande obiettivo sia quello di non aver più bisogno di iniziative come queste. Che, attenzione, sono utili, belle, coinvolgenti, ma sono anche il segno che dobbiamo alzare l’asticella del nostro senso civico e del vivere in comunità”. Ma intanto l’interesse, il numero di partecipanti e le iniziative, competitive e non, crescono. I mondiali, appunto, ma anche il Giro d’Italia di plogging. Sono già un migliaio le persone che hanno aderito alla pagina Facebook dell’iniziativa. L’iscrizione è gratuita e l’obiettivo è diffondere le buone pratiche sportive, del senso civico e del rispetto dell’ambiente e raccontare in 50 domeniche (il Giro è iniziato a gennaio e si concluderà a fine anno) la diffusione di questo sport etico.  

Da quasi dieci anni hanno associato allo sport una serie di valori sociali: integrazione, accoglienza, sviluppo, interculturalità. E sono sempre andati di corsa senza trascurare l’aspetto agonistico. Africa&Sport è tutto questo è anche altro. Head quarter ad Azzate, poiché Marco Rampi, il Presidente e fondatore, è azzatese. E la parrocchia da qualche anno ha messo a disposizione anche alcuni locali per ospitare gli atleti. Campo di allenamento locale: la pista di atletica di Sumirago, ma anche le strade della Valbossa dove spesso si incrociano mentre corrono i runner kenioti del team Run together durante la loro parentesi azzatese. “Il nostro è un progetto piuttosto articolato – racconta Rampi –: c’è lo sport, la corsa per l’esattezza, ma anche l’accoglienza, l’integrazione e lo sviluppo nel nostro caso di alcune realtà in Kenya”. E lo sport è il motore. Il Kenya è terra di campioni e quelli “condivisi” da Africa&Sport e Run together hanno un doppio obiettivo: vincere e contribuire a sostenere progetti di sviluppo nel loro Paese. “Abbiamo costruito un campo di allenamento dove runner italiani scelgono di vivere un’esperienza di solidarietà, ma anche sportiva perché possono allenarsi con grandi campioni. Ma non solo – conclude Rampi –. Abbiamo anche costruito una scuola materna e sosteniamo progetti didattici ed educativi”.