Italia, sosta Nations League: Mancini cerca il senso di appartenenza nei giocatori - Footballnews24.it

2022-09-30 20:00:01 By : Mr. yuiyin zhang

Il dibattito sulle soste per le nazionali tiene sempre banco sia tra i giocatori che tra gli allenatori. Il punto cardine del dibattito è il senso di appartenenza alla maglia dell’Italia, con diversi interpreti che spesso dopo infortuni o lunghe trasferte preferiscono tornare al club di appartenenza. Il ct della Nazionale Roberto Mancini, questa volta non ha esitato ad esprimere il disappunto su determinati giocatori, sia nel Giugno scorso, che in questo settembre per la Nations League. È pur vero che questa stagione è anomala rispetto alle scorse, con i Mondiali in pieno inverno che hanno costretto alla compressione del calendario dei club, e come è ovvio che sia alle nazionali. Alcuni non amano particolarmente il nuovo format che la UEFA ha pensato per sostituire le amichevoli, tuttavia come dimostrato da altre selezioni, viene data maggior importanza alla maglia del proprio paese.

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Come detto in precedenza Il C.T. della Nazionale Roberto Mancini, non si è risparmiato sia precedentemente alla partita tra Italia e Inghilterra, fino a quel momento valevole per la salvezza, e anche dopo la fine della sosta. Infatti proprio alla vigilia della gara con gli inglesi dichiarò: “I giocatori devono essere contenti di venire in Nazionale, non certi mesi sì e altri no”. Il punto sembra essere questo, alcuni giocatori scalpitano nel caso in cui si tratti di Europei o Mondiali, mentre per Nations League o qualificazioni sembra come un peso questa maglia. Ieri ospite al Social Football Summit, ha insistito sul fatto che alcuni giocatori abbiano lasciato prima il ritiro: “Si può sbagliare, per questo la porta della nazionale è sempre aperta, anche a chi ha avuto comportamenti ingiusti. Basta scusarsi con gli altri”.

In particolare ricordiamo a Giugno scorso l’abbandono del ritiro da parte di Zaccagni e Pellegrini prima della finalissima con l’Argentina. Più recenti i discorsi legati a Tonali, Politano e soprattutto Immobile che sembrava recuperato per l’Ungheria, ma che ha preferito tornare a Formello. L’Italia una risposta importante l’ha data comunque qualificandosi per la Final Four di Nations League, e forse proprio su questo aspetto bisognerebbe lavorare, ovvero il senso di appartenenza alla maglia azzurra che sembra mancare negli ultimi periodi. Chissà forse la mancata qualificazione al Mondiale è frutto di sfortuna, e di troppa consapevolezza dell’Europeo vinto poco prima, tuttavia speriamo che sia servito da insegnamento per non ripetere gli stessi errori in vista del 2026, e per farlo chi viene chiamato deve avere il giusto spirito di chi sà che rappresenta un’intero paese.

Un’ultima considerazione andrebbe fatta su quelle nazionali che sentono veramente il senso di appartenenza alla propria maglia. L’ultima avversaria intercontinentale dell’Italia è l’Argentina, ci ricordiamo bene la partita di Wembley, nettamente dominata da Messi e compagni. Se non per grave infortunio gli argentini faticano a pensare di lasciare il ritiro prima della vera conclusione. Non a caso in Serie A gli ultimi a ritornare nei club sono proprio i giocatori sudamericani, che pur di effettuare voli superiori a sei ore non hanno alcun problema a farlo, pur giocando in un altro continente.

La Spagna invece ha come personaggio rivoluzionario il ct Luis Enrique, il quale spesso accusato in patria di determinate scelte, ha intrapreso dal suo arrivo la politica di chi sta meglio fisicamente e tecnicamente in quel determinato periodo. Da un lato cambiare sempre interpreti può creare difficoltà nell’interpretazione della partita, dall’altro non reca punti di riferimento agli avversari. Gli esempi maggiori sono l’Europeo concluso in semifinale con gli azzurri, rinunciando a pilastri come Sergio Ramos e Piquè inserendo diversi giovani. Da ultimo il raggiungimento della Final Four di Nations League a discapito di un Portogallo nettamente superiore, inserendo interpreti come Williams e Yeremi Pino.

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